Il 31 gennaio c’è stato tutto un cinguettio di tweet su
Twitter per C-Come, il secondo convegno
nazionale su copywriting, creatività e content marketing, che lo ha portato ad
essere uno dei trending topic della giornata. Leggiamo il racconto appassionato
di Sebina Pulvirenti blogger,
content strategist e team leader.
1. Ciao Sebina, è un
piacere averti come ospite e grazie per aver accettato di fare questa intervista.
Innanzitutto raccontaci qualcosa di te: di dove sei e di che cosa ti occupi?
Ciao a te, Anna, e a tutti i lettori del tuo blog! Due belle
domande in questo momento di grandi cambiamenti per me… Vivo tra Spagna e
Italia e ho due anime diverse: quella di chi ama scrivere e produce contenuti e
quella dell’insegnante che ama studiare e condividere i meccanismi della
scrittura.
Sono nata a Catania e vissuta ad Acireale: mi sono laureata
in lettere moderne e mi sono trasferita a Roma per un master in Marketing e
Comunicazione sul web e i nuovi media; dopo qualche stage in agenzie web e
magazine sono approdata a Barcellona, dove ho lavorato per più di 7 anni sul
sito Softonic, prima come content editor e poi come direttrice del sito
italiano e di una redazione internazionale di articoli approfonditi. Ho curato
anche la guida di stile del sito e mi sono occupata di content modelling,
tassonomia e strategia dei contenuti.
Adesso sto lavorando a un progetto tutto mio, Geek è chic, un sito web di consigli tecnologici
per un pubblico femminile. Vorrei anche contribuire a diffondere il concetto di
content strategy in Italia (troppo spesso confusa con il concetto di content
marketing), quindi ho recentemente fondato il gruppo Content Strategy Italy su LinkedIn.
2. Come hai saputo di
C-Come?
Grazie a Facebook! Giacomo Mason, un insegnante di un master
che ho frequentato a Roma, ha condiviso l’evento sul suo profilo. Incuriosita
ho dato un’occhiata al programma ed è bastato vedere gli argomenti che avrebbero
trattato e i relatori presenti (la bravissima Luisa Carrada o Maurizio Boscarol che ho
conosciuto a Firenze a Better Software, un evento sulle metodologie Agile) per
convincermi subito ad iscrivermi.
3. Che atmosfera hai
respirato durante questo convegno?
È stato come… tornare a casa, in tutti i sensi! Sebbene i partecipanti venissero da realtà anche molto diverse (content
management, content marketing, copywriting ma anche grafica, sviluppo web, social
media strategy…) tutti eravamo spiriti
affini, accomunati dalla passione per la scrittura e il mondo dei contenuti
e parlavamo lo stesso linguaggio. Inoltre, eravamo tutti inclini all’ascolto,
volevamo imparare più che metterci in mostra con commenti più o meno
appropriati, e desiderosi di condividere quello che stavamo scoprendo attraverso
i social media: l’hashtag #ccome15 è
stato spesso trending topic su Twitter durante la giornata del 31 gennaio.
4. Quali sono stati
gli interventi che ti hanno colpita di più e perché?
Ovviamente, quello di Luisa Carrada, che ha parlato di naturalezza e conversevolezza (non è una
parola meravigliosa?!?) nella scrittura, un tema che da sempre mi affascina. Poi
la presentazione di Anna Covone
sul design personalizzato delle presentazioni: una vera e propria crociata No
Template che ci ha fatto riscoprire quanto la forma può amplificare il
messaggio se ben studiata. Molto piacevole anche ascoltare Azzurra Tacente che ci ha rivelato i
dietro le quinte della divertente campagna social media di Barilla durante i
Mondiali e infine ho apprezzato anche l’ultimo intervento di Patrizio Romano dell’Anna sulle
interazioni tra linguaggio e web: è stato denso e filosofico, non gli ha
giovato essere l’ultimo in programma, ma sicuramente l’ho trovato stimolante e
illuminante.
5. Parlaci
dell’intervento di Luisa Carrada. Hai avuto occasione di conoscerla personalmente?
Ho conosciuto Luisa Carrada tramite il suo blog Il Mestiere di Scrivere, che ho
divorato avidamente dal primo all’ultimo post, e poi ho avuto dei contatti con
lei in occasione dell’organizzazione di un corso di scrittura per la redazione
italiana di Softonic, corso che poi non è mai stato realizzato, quindi mi era
rimasta una grande voglia di ascoltarla dal vivo. Sentirla parlare di
“conversevolezza” durante il C-Come è stato un caso di serendipità eccezionale,
perché si tratta di un tema che mi è sempre stato caro e per cui avevo tanto
ammirato anche l’intervento di Ginny Redish
durante il Confab UK del 2013: in pratica, bisogna instaurare una conversazione con il
lettore quanto più naturale possibile, giocando su immagini e suoni, perché
leggere non è naturale, ma vedere e parlare sì. Luisa ha arricchito la sua
presentazione con bellissime citazioni da The Sense of Style, un recente libro di Steven Pinker, psicologo del linguaggio
americano, come questa per esempio:
“Scrivere è combinare visione e conversazione. Scrivendo dobbiamo
immaginare di vedere nel mondo qualcosa di interessante e portarvi l’attenzione
del lettore attraverso le sole parole, cioè gli strumenti della conversazione”
Inutile dirvi che appena arrivata in albergo ne ho ordinato subito
una copia!
di Sebina Pulvirenti
6. I relatori hanno
indicato alcuni strumenti del mestiere, a tuo avviso, “mai più senza”?
Il mio mai più senza è il libro di Steven Pinker, citato
sopra. Per il resto, si è parlato molto di analitica web (specialmente Google
Analytics) e Hootsuite (che era anche uno degli sponsor), ma si tratta di
strumenti che tutti ormai dovremmo conoscere e usare quotidianamente. Nell’intervento
di Valentina Falcinelli di Pennamontata,
basato sul tema Content Marketing Interattivo, sono stati citati vari plugin
per Wordpress che possono essere molto utili per creare pagine interattive: per
esempio, Interact o Fl3r Feelbox, che ho intenzione di provare presto sul mio
blog, o Thinglink.com, per creare infografiche interattive.
7. Ci sono stati
momenti interattivi? Raccontaceli in breve.
Più che altro, si è parlato di interattività, specialmente
nell’intervento di Valentina Falcinelli: le nostre pagine web sono spesso
noiose, troppo piene di testo, non strutturate, poco interattive. Valentina ci
ha suggerito vari strumenti e modalità per rendere i nostri siti web più
cliccabili e ricchi di cose da fare, per renderli più interessanti agli occhi
del pubblico dei cinestesici, che
diventano ricettivi quando gli dai qualche azione da fare (tutto questo mi ha
ricordato molto una lezione sull’arte di calibrare la comunicazione di Alessandro Lucchini, di Palestra
della Scrittura, un altro grande della comunicazione in Italia che spero di
trovare al prossimo convegno).
Oltre a questo, c’è stato l’instancabile visual facilitator Marco Serra, che ha trasformato in
bellissime immagini tutto quello che è successo al C-Come (in tempo reale!) e
un momento cinematografico con tanto di popcorn quando lo sponsor Montanus ha mostrato un
video illustrativo di visual storytelling su Instagram!
8. C-come...? Una
parola riassuntiva per descrivere la tua esperienza a questo convegno.
C-Come… Casa.
Perché a casa non siamo da meno che negli Stati Uniti o in Inghilterra. A casa,
siamo un po’ indietro su alcune tematiche forse, ma in quanto a capacità di
comunicazione non abbiamo nulla da invidiare a nessuno e possiamo contare su
eccellenze come Luisa Carrada e tantissimo talento di professionisti
instancabili che migliorano la scrittura e la comunicazione lavorando sui
contenuti giorno dopo giorno.
9. Alla luce di
quanto ci hai raccontato, consiglieresti di partecipare alla prossima edizione?
Assolutamente sì! Cominciate a tener d’occhio il sito web di
C-Come. Ci vediamo
alla prossima edizione! ;)
Ringrazio ancora Sebina, disponibile su LinkedIn e su Twitter, per il suo entusiasmo e la
dovizia di particolari profusi in questa intervista che hanno permesso a me e,
spero, anche a voi, di renderci partecipi all’evento come se fossimo in aula.
Per approfondimenti leggete il blog di C-Come.
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