Un’altra
italiana, stavolta di base in Italia, era presente al Confab Barcelona
dello scorso fine settembre. Ascoltiamo la sua esperienza a uno degli eventi
più importanti sulla content strategy
e la sua opinione sullo stato di questa disciplina nel nostro paese.
1. Ciao Serena, è un piacere averti come ospite e grazie per aver
accettato di fare questa intervista. Innanzitutto raccontaci qualcosa di te: di
dove sei e di che cosa ti occupi?
Ciao Anna. Per descrivermi posso dirti che ho una formazione molto
lontana dal "mondo del digitale". Sono di Pavia e sono laureata in
Filologia Moderna. Tre anni fa ho iniziato a Milano il percorso per diventare una content
strategist e content designer freelance. Lavoro principalmente per una
experience design company, in team con user experience designer e art.
2. Come hai saputo di Confab e di Confab Europe in particolare?
Per formarmi, ho iniziato principalmente a seguire il panorama
statunitense sulla materia della content strategy. Ho letto libri (di cui molti all’epoca disponibili
solo in inglese), ho seguito discussioni sui blog e partecipato a
diverse conferenze. Tra queste, Confab Europe sembrava il contesto più vivo e
interessante e ho deciso di andare a Londra nel 2013 e a Barcellona quest'anno
per conoscere di persona i massimi esperti del settore.
3. Tra gli interventi che hai seguito, quali sono stati i più
interessanti a tuo avviso e perché?
Ovviamente gli interventi
di Kristina Halvorson e Gerry MacGovern, per l'energia e la puntualità delle informazioni
(l'intervento di McGovern è anche su Youtube).
Inoltre, ho apprezzato molto la presentazione dell'agenzia norvegese NetlifeResearch, in cui si sottolineava l'utilità del lavoro in team
tra content strategist e user experience designer, l'intervento di Frances
Gordon, sui contenuti legali di banche e assicurazioni, e il discorso di Tizzy
Asher, che ha presentato il modello "Think/Feel/do".
4. Hai avuto occasione di assistere a uno degli interventi di Kristina?
Come sono stati?
Il lavoro di Kristina Halvorson è stato un punto di riferimento anche
per me. Ho seguito il
suo workshop a Londra e i suoi interventi a Barcellona. È una donna carismatica
e mi ha ispirato molto. Parte anche lei da una formazione umanistica, è una
persona molto disponibile e disposta a fermarsi a parlare e a condividere
strumenti e informazioni. L'unica nota meno positiva è che nel workshop di
Barcellona ha presentato lo stesso lavoro che aveva esposto a Londra.
5. Che atmosfera si
respira in Spagna, per quanto riguarda la content strategy?
In Spagna la content strategy non è una disciplina conosciuta e diffusa.
Ho però conosciuto FabrizioFerri Benedetti e Sebina Pulvirenti,
dell'azienda Softonic, due persone attive nel settore e molto disponibili a
condividere riflessioni sul tema. In particolare Fabrizio ha fondato il meetup
di content strategy a Barcellona ed è un'attività che sta avendo molto seguito.
di Anna Colagè
6. Che cosa pensi della situazione italiana sempre in merito alla
content strategy?
Anche in Italia non è una disciplina diffusa. Non c'è un vocabolario condiviso e
nessuna storia alle spalle. Dobbiamo ancora costruire un'esperienza della
materia. Tendenzialmente, le persone confondono la figura del content
strategist con quella del copywriter. I termini si moltiplicano: content
manager, web writer, web editor, copy.... ma ognuno ha un'accezione diversa.
7. Che cosa ti porti a casa da questa esperienza?
Il Confab Europe di Barcellona è stato un meeting interessante per la
rete di conoscenze che ha permesso di sviluppare e per la qualità di alcuni
interventi. In generale però l'approccio alla materia è stato un po' troppo
superficiale. Ogni relatore ha dovuto fare uno show, anche bello e divertente,
ma alla fine poche persone hanno voluto veramente condividere esperienze
pratiche del mestiere. Come lavora un content strategist? Quali strumenti usa?
Pochi hanno mostrato tecniche ed esempi precisi.
8. Alla luce di quanto ci hai raccontato, consiglieresti questa
esperienza?
Essendo Confab un meeting
economicamente impegnativo, il mio consiglio è: se
vi manda la vostra azienda, assolutamente sì. Se andate autonomamente, guardate
prima l'elenco dei relatori e dei partecipanti. Cercate di capire se ci sono
persone con cui varrebbe la pena confrontarsi e passare del tempo. Perché in
quel contesto, l'aspetto più interessante è la relazione e lo scambio informale
di esperienze, sono tutti molto disponibili al confronto e all'ascolto.
La prima intervista sul Confab Barcelona la trovi qui.
Se invece volessi entrare in contatto con altri content strategist italiani, il gruppo Content Strategy Italy su LinkedIn fa per te! È stato creato per aumentare la consapevolezza su questa disciplina e diffonderla in Italia: se avete suggerimenti, o altre riflessioni al riguardo, potete richiedere l’accesso al gruppo oppure potete scrivere direttamente nei commenti a questo post! Siete i benvenuti!
Se infine volessi conoscere la situazione della content strategy in Germania e in altri paesi europei vai al mio nuovo blog.
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